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Mamme green… in carriera (9: bio or not bio? These are my answers!)

Vediamo se finalmente riesce a prendere vita questo post che ho in cantiere oramai da un bel po’. Da quando mi son resa conto di quanta confusione ci sia sul biologico. E allora, visto che in teoria questo è uno di quei campi in cui ho competenze, e il resto del blog è solo cazzeggio & passione, ho deciso di scriverci su. Il problema era trovare la forma giusta.  Ho deciso di farlo in forma di domande & risposte; ho messo quelle che io ritengo importanti, ma se ne avete altre aggiungetele nei commenti e io cercherò per rispondervi.

agricoltura-biologica

Che cos’è l’agricoltura biologica?

Qui faccio rispondere l’IFOAM che è l’organismo internazionale che riunisce tutti gli operatori del bio a livello mondiale: “l’agricoltura biologica (in inglese organic agricolture) comprende tutti i sistemi agricoli che promuovono la produzione di alimenti e fibre in modo sano dal punto di vista sociale, economico ed ambientale”.  Le produzioni biologiche sono quindi ottenuti in un modo rispettoso dell’ambiente, ma non solo, cercando di raggiungere obiettivi di sostenibilità. Nella pratica significa praticare un’agricultura che utilizza quantitativi e tipi di fertilizzanti e prodotti fitosanitari diversi.

Come riconosco un prodotto biologico?

I prodotti biologici seguono disciplinari e normative relative alle modalità di produzione. Chi rispetta tali requisiti può ottenere la certificazione biologica, che riconosco (in UE) per la presenza di logo.

logo-agricoltura-biologica

Inoltre deve essere presente la seguente dicitura:  proveniente da agricoltura biologica – regime di controllo CEE, controllato da (uno di questi nomi: Aiab, Suolo e Salute, Bioagricoop, Ccpb, Codex, Ecocert Italia, Imc, Qc&i o Bios), IT Aiab Z123 T/F111111. Quest’ultimo codice indica la nazione di provenienza (es. IT= Italia), la Sigla dell’organismo di controllo (Aiab nell’esempio), il produttore (Z123 nell’esempio), se il prodotto è tra traformato (T) o fresco (F) e l’autorizzazione alla stampa delle etichette (111111 nell’esempio).

In Europa, e quindi anche in Italia, si attua un sistema di certificazione così detto di parte terza. Significa che chi ottiene il logo è controllato da qualcuno a sua volta controllato e valutato come idoneo. L’ottenimento del logo è possibile se il prodotto è interamente da agricoltura bio o per i trasformati se almeno il 95% (in peso) dei composti lo sono.

Se il prodotto è  sfuso come si fa ad avere la certezza che sia da agricoltura biologica?
In questo caso la dicitura delle etichette che si troverebbero sulla confezione se il prodotto fosse confezionato si trova sul contenitore dei prodotti (la cassetta di legno, per intenderci).

lotta-biologicaMi posso fidare?

Si, ci si può fidare dei prodotti da agricoltura biologica perchè c’è un sistema di garanzia molto stringente e i controlli vengono fatti. Ogni tanto assistiamo a scandali riguardanti il biologico ma dobbiamo ricordare che: 1. le frodi alimentari riguardano tutti i prodotti, 2. la scoperta della frode ci dice che c’è controllo.

I prodotti biologici sono migliori degli altri?

Il prodotto biologico è ottenuto ricorrendo a forme di produzioni in cui si ricorre meno alla chimica. Tendenzialmente è più sano, ma non lo è di default, perchè, per esempio, posso svilupparsi a volte delle sostanze tossiche che possono essere contrastate efficacemente con la chimica che però nel bio non è permessa. E’ il caso delle micotossine su cui però, per correttezza intellettuale, non c’è grande accordo. Il prodotto bio contiene meno residui chimici ma dal punto nutrizionale è equiparabile ad un convenzionale, anche se con livelli solitamente inferiori di proteine (il che a mio avviso è un bene viste le diete inconsapevolmente iperproteiche che abbiamo). In più spesso le produzioni biologiche si concentrano su varietà e specie più resistenti e rustiche che sono anche più gustose e sapide (ma magari non danno grandi produzioni). Se per voi, poi, migliore significa più bello, ecco il prodotti-biologici-stagionalitàbiologico non fa per voi. La frutta bella è finta, sappiatelo (ma basta assagiarla!).

Perchè il biologico costa di più?

La giustificazione dei prezzi maggiori è che il prodotto da agricoltura biologica si ottiene attraverso tecniche dai costi maggiori. In più il sistema di certificazione e controllo ha un costo per l’agricoltore, neppure tanto piccolo. Questo è vero, almeno in parte, ma c’è di più. Il prodotto da agricoltura biologica proviene da un tipo di agricoltura che produce più che cibo: produce terreni più sani e fertili per il futuro, falde acquifere meno inquinate, aria più respirabile (perchè vengono prodotti meno prodotti fitosanitari e concimi). Per cui, almeno in teoria, dovremo compensare questa produzione di beni pubblici da parte degli agricoltori. E la finisco qui.

Come posso comprare bio risparmiando?
risparmiareQuesti son consigli veramente personali. Scegliete produttori locali di cui vi fidate e che permettono le visite in azienda. Meglio se ci arrivate attraverso un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale) che già selezionano in modo scrupoloso i fornitori. Se conoscete il produttore potete decidere di acquistare un prodotto che è ottenuto da terreni in conversione, cioè in terreni in cui la produzione bio non avviene da più di 3 anni. Il prodotto che acquisterete non è bio, ma approssimabile. In alcuni casi è possibile acquistare un prodotto che è si prodotto secondo metodo biologico ma non viene certificato: perchè troppo costoso, burocraticamente complesso o altro. In questo caso è il rapporto di fiducia con chi ve lo vende a contare. Esistono (ma non è accettate nell’UE per i produttori UE) altre forme di certificazioni possibili che abbatterebbero i costi: la certificazione di gruppo e la certificazione partecipativa. Non entro nei dettagli per evitare di scendere nel nozionismo, ma sappiate che esistono gruppi che applicano la certificazione partecipativa, soprattutto in Toscana, vendendo poi i prodotti nelle cosidette Fiorucole.
Bon, mi sa che sono stata pure troppo lunga, ma ho certamente scordato qualche cosa! Tra l’altro ho parlato solo di cibo… Voi che ne dite?

1 commento »

  1. molto interessante, anche se le etichette di quella lunghezza e con una tale varietà di certificatori non semplificano!
    una domanda. i controlli per i prodottti bio, passano anche attraverso analisi del suolo e delle acque per la coltivazione e per il tipo di imballaggi o no?
    mi spiego meglio. se dai controlli risulta che l’azienda non usa certe sostanze chimiche ma poi il terreno in cui coltiva è pineo, che so, di metalli pesanti, oppure usa imballi in plastica contaminati?

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  2. Articolo da salvare e ora lo condivido…meglio sapere.
    Io non compro tutto bio ma ad esempio le uova (controllo sempre che il primo numero sia 0 o al massimo 1 altrimenti non le prendo) la carne e l’olio sempre bio (l’olio è quello di mio suocero).
    Grazie per condividere il tuo sapere 🙂

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  3. Bello il tuo post, l’ho condiviso sulla mia pagina.
    L’unico problema del biologico, dal mio punto di vista, è che il piccolo produttore che coltiva biologico non lo può certificare perchè non gli conviene. E’ il nostro caso di piccoli produttori di olio. Ci resta la soddisfazione di essere circondati da un ambiente sano.

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  4. L’assurdo, visto che ho una piccola azienda bio, è che noi dobbiamo pagare per ogni cosa quando già il mercato è difficile, per garantire la qualità ai consumatori, mentre chi lavora nel convenzionale pur usando pesticidi e prodotti tossici non è obbligato a dire al consumatore quello che usa e con che lo sta avvelenando. Il mondo al contrario.
    Per questa ragione abbiamo anche la certificazione sociale partecipativa e piano piano la gente si sta rendendo conto che non è solo il certificato bio che fa la differenza, ma anche l’implicazione dei consumatori stessi che vengono a certificare il processo in tutta la sua trasparenza.
    (ho una visita in azienda proprio domani da parte di un GAS).

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