Chiedimi se sono felice!

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Questa storia dei cento giorni di felicità sta diventando motivo di riflessioni che non credevo! Ci si è messo pure il giochino su Facebook, quello dei tre momenti felici in 5 giorni. Mi sono accorta di alcune cosette. Che è vero: sono le piccole cose che ci rendono felici, che permettono di ritirare su giornate veramente pesanti. Che, essendo piccole, te le perdi. Perchè i sentimenti brutti, la rabbia, la tristezza, l’angoscia, sono più forti e impattanti di una piccola e fragile gioia: partono subito a mille e coprono tutto. Ma se sei costretta a pensarci, magari anche solo per un giochino sciocco, allora riesci a vedere un’intera giornata un po’ storta almeno un po’ più dritta.

Foto da: http://www.abcsalute.it
Mi sono accorta che la famiglia veramente incide sulla tua felicità. E certo, direte voi. E chi l’ha detto? vi rispondo io. Io non l’ho mai data per scontata la felicità familiare. Perchè se io ho i miei motivi per essere di cattivo umore, così pure chi mi sta accanto e non è detto che le cose si mettano sempre per il verso giusto. Perchè sulla serenità familiari bisogna lavorarci su, altrimenti non se ne fa nulla. Anche perchè, siamo sincere, prendersela con chi amiamo spesso è più facile che con chi non conosciamo, fosse solo perchè sappiamo dove farà più male.
Mi sono accorta che il mio lavoro ultimamente è più fonte di stress e di arrabbiature che di gioia. E per me questo è brutto, perchè io questo lavoro l’ho scelto per passione. Ho accettato sacrifici e fatica perchè ho sempre pensato ne valesse la pena. E ora mi trovo ad annaspare non per colpa mia. Diciamo travolta dagli eventi. E mi sono proprio rotta. Non è così che doveva essere.

Foto da: http://www.julienews.it
Ho costatato che sono state poche volte le cose a darmi gioia e spesso le persone. Che la sorpresa e la novità può scacciare il grigio della routine. Che cercare di essere felici non funziona. Bisogna aspettare che accada. E che se non accade ci si deve guardare indietro, per essere proprio sicuri di non lasciato intentato nulla. Perchè la felicità dipende spesso da noi e dalla nostra predisposizione. I famosi occhiali rosa, dobbiamo decidere di indossarli, anche quando tanto va a rotoli o sembra andare a rotoli. Perchè la vita è così: lei va avanti e tu puoi solo decidere con quale mezzo e animo arrivare in fondo. Che tanto la strada quella è: un po’ in salita e non sempre dritta, ma in fondo si deve arrivare. Comunque. E allora io ci voglio arrivare leggera.
Anche a me il giochino delle 100 foto sta suscitando sensazioni molto simili.
Mi scopro un po’ bambina nel fotografare adesivi, dolci, angoli di casa. Ma è divertente.
A volte arrivo alla fine di una giornata allucinante e trovo lo stesso una piccola cosa che mi ha dato gioia o che mi ha almeno strappato un sorriso.
Ci sono giorni in cui al contrario non basterebbe un album fotografico intero per raccontare la mia felicità.
E poi dico la verità, vedere anche le foto tue e di altre che come me catturano i propri attimi di felicità è una spinta ulteriore alla ricerca del buonumore.
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Verissimo: il fatto di farlo insieme mi piace tanto! La sera cerco le foto per capire come è andata alle altre e mi viene da sorridere quando scopro che si sono cose simili!
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Non conosco questo giorno dei 100 giorni, devo essermelo perso. Però mi farebbe tanto bene.
C’è tanta saggezza nelle tue parole, soprattutto quelle conclusive, e tanta verità.
Che la felicità la diano le persone e, a mio parere, anche le azioni (es. correre, mangiare una torta cucinata insieme, farsi le coccole, leggere ecc.) anzichè le cose, è per me una certezza.
Le cose sono solo un mezzo, non un fine.
Quanto al lavoro, guardando al risultato, in termini economici e di stima, sono sconfortata. Se però guardo a ciò che scrivo, faccio, dico giorno per giorno lavorando, invece, vedo che ci metto l’anima e viene bene e allora sorrido.
Prova, magari ti aiuta.
Più ti leggo, più mi piace quello che scrivi!
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bel consiglio mi hai dato! Ci proverò di sicuro, anche perchè ci “spendo” troppe ore al giorno per essere qualcosa che magari non viene alla perfezione! Non mi va!
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Io facevo un gioco la mattina, sulla metro mentre andavo al lavoro. Immaginavo le persone circondate da una nuvola rosa, come un abbraccio, me compresa. Mi sentivo sempre un po’ più felice 😉
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Poprio una bella riflessione, scritta con tanta poesia. #100happydays giorno18.
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…con questa tua bella riflessione hai fatto venir voglia di giocare anche a me…e mi sono iscritta! Voglio trovare anche io le mie piccole cose…il caos della quotidianità spesso mi travolge…spero di trovare così ogni giorno qualche minuto per ritrovare la rotta e apprezzare ciò/chi ho intorno senza farmi travolgere da ansie, arrabbiature, paure, che, è verissimo, sono sempre più “forti e impattanti di una piccola e fragile gioia”…Da domani partono i miei #100happydays 🙂
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Brava! E in boccaal lupo
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