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Mamme green… in carriera (10: Niente carne?)

Premessa: questo post non vuole in alcun modo trattare la scelta vegetariana o vegana eticamente etica. Le motivazioni che portano a diventare vegetariani e vegani sono tali che nessuno credo ci possa metter bocca. Vorrei solo ragionare un po’ sul tema della sostenibilità per il pianeta e per noi del nostro regime alimentare.

Per essere sostenibili dobbiamo diventare tutti vegetariani? O vegani? Mangiar carne è un peso e basta per l’ambiente senza alcun vantaggio per noi?

impatto-ambientale-carneLa scelta di diventar vegetariani, se non effettuata per motivi etici, viene fatta per motivi ambientali. Produrre un kg di carne costa molto di più che produrre un kg di mais o di grano, in termini di terra consumata, di acqua impiegata, di emissioni prodotte (lo sapete che le mucche emettono metano? Indovinate come!), di sostanze chimiche immesse nell’ambiente, e così via. E non tutte le carni sono uguali. Produrre un kg di carne bianca (pollo, tacchino, maiale, ecc…) costa in termini ambientali molto meno che produrre un kg di carne rossa (vitello in tutte le varie denominazioni o cavallo) per tanti motivi: una maggior capacità di trasformare il cibo in ‘ciccia’, dimensioni ridotte, necessità di pascolamento ridotte. Anche produrre i cosiddetti derivati animali (formaggi e latte, per lo più) ha un costo ambientale che però, permettetemi l’appunto professionale, è spesso riportato in modo esagerato sui media. Basta pensare ai cicli che ci sono in un caso (la produzione di carne) e nell’altro (la produzione di latte).

Il problema quando si parla di ridurre il consumo di carne è che ci si scontra con un forte pregiudizio. Quello che ci portiamo dietro dai nostri nonni, che di carne ne mangiavano ben poca e per questo poi avevano vantaggi nel mangiarne di più. Il regime dietetico dell’Uomo moderno, con tutte le varie varianti regionali che ci sono, è tendenzialmente iper proteico. Noi mangiamo troppa carne e troppe proteine. Oltre allo zucchero e al sale nascosto, molti alimenti insospettabili contengono proteine. I tanto vituperati pane e pasta di oggi, per fare un solo esempio, sono molto più proteici di quelli di cinquantenni fa. Le varietà usate oggi sono più “forti”, nel senso che tengono meglio la cottura (se pasta) o la struttura del pane, e questo è possibile perché hanno un contenuto in proteine superiore.

piramide-alimetare-piramide-ambientalePersonalmente io credo che il miglior regime alimentare per noi e l’ambiente sia quello onnivoro, visto che madre natura ci ha fatto proprio così! Noi non abbiamo l’intestino o lo stomaco di una mucca o di un coniglio, per cui regimi che escludano completamente tutto ciò che deriva dal mondo animale sono a mio avviso sbagliati. Non è questione di pregiudizio, è questione di essere razionale: noi non digeriamo le fibre e i prodotti vegetali come gli erbivori perché non lo siamo. Ed è indubbio che il miglioramento degli pollo-a-terrastandard alimentari (leggi più carne e derivati animali) ha migliorato gli standard di vita. Ma non siamo neppure carnivori! E un regime alimentare che porta in tavola la carne almeno una volta al giorno è sostanzialmente sbagliato, oltre che ormai privatamente dannoso. Che fare allora? Su Mestiere di Mamma ho letto una volta una definizione che mi era molto piaciuta: essere consapevolmente onnivori. Ecco noi dovremmo riuscire ad essere felicemente e consapevolmente onnivori. Riducendo il consumo di carne a tre, massimo quattro volte a settimana (nb: un pranzo e una cena valgono per due!), preferendo la carne bianca a quella rossa, che dovrebbe essere consumata un paio di volte al mese. Riducendo il consumo di carne, aumenta il budget per comprarla. Il che non è un dettaglio. La carne troppo economica va evitata come la peste: parlo da agronomo. Meglio mangiarne meno e di qualità. E questo vale sia per quella bianca (il pollame soprattutto!) che per la rossa. Per la bianca consiglio di preferire ogni volta che si può quella biologica, che garantisce standard di benessere animale più elevate, predilige razze più rustiche, razzolatrici, che si ammalano meno, perché sono più equilibrate: non sono tutte petto! Per la carne rossa, sebbene il bio in generale sia sempre una garanzia, il mio suggerimento è quella di comprare razze appartenenti al consorzio 5R. Le razze presenti (la più famosa è la chianina) sono razze ad elevatissima qualità, allevate al pascolo, che garaniscono una salubrità e qualità della carne superiore. Se poi riusciamo a trovare dei produttori fidati è fatta!

semi-legumiUn’ultima cosa. A me la carne non piace molto, quella rossa soprattutto: mi scordo proprio di comprarla! Per cui a casa nostra se ne è sempre mangiata non troppa. Da quando abbiamo adottato in modo sistemato il menù settimanale è diventato più facile sistemare la carne in un quadro più equilibrato alimentare. Insomma, un motivo in più per farlo!

1 commento »

  1. Bellissimo questo post, acuto, interessante e dalle giuste riflessioni…la penso come te su tutto e quindi il mio commento e’ pressoché inutile ma non potevo passare di qui, e non lasciare il mio segno di felice, soddisfatta onnivora!!! ;-))))

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  2. Non sono vegetariana ma sto cercando di diventarlo informandomi sempre di più. La scelta di non mangiar carne non è effettuata solo per motivi etici e/o ambientali ma SOPRATTUTTO per motivi di benessere. È dal 2002 che sono uscite allo scoperto ricerche scientifiche che dimostrano con CERTEZZA quanto siano collegate malattie tumorali e cardiovascolari a diete che prevedono proteine di origine animale. Non si parla solo di carne ma anche di latte ad esempio. Quello che per anni è stato l’ALIMENTO DEL BENESSERE. Motivo per cui il 40% delle persone non lo digerisce più in fase adulta. Questo non vuol dire che la carne FA venire il cancro ma che sicuramente bisogna ridurne il consumo (1 volta a settimana max.).
    Chi dice che i primitivi mangiavano SOLO carne dice il falso. Perché? Perché la carne andava cacciata. Si partiva per lunghe stagioni di caccia e si riusciva a mangiare un animale dopo diversi giorni. Per il resto c’erano radici, bacche, frutta. Gli antichi romani si cibavano di farro.
    Sono dell’idea che per fare delle scelte consapevoli bisogna informarsi e bisogna farlo bene, leggendo libri, ricerche, risultati e poi ognuno decide come meglio crede.

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    • Sul latte in realtà non c’è niente che provi scientificamente che sia meglio evitarlo, così come l’affermazione che gli adulti non lo possa digerire è falsa, perché dipende dalle etnie! Nel nord europa più dell’80% degli adulti possiede la lattasi, per dire. E in molti casi si ritrovano nell’intestino altri enzimi che in modo congiunto portano ad una riduzione della molecola del lattosio. Gli studi scientifici sulla carne riguardano solo la rossa ad essere sinceri e non è che ci sia una un’animità. E fammi essere piuttosto scettica su chi afferma di curare il cancro con la dieta vegetariana. Io non affermo che i primitivi si cibassero solo di carne. Anzi. Penso solo che si debba mangiarne in modo consapevole e poca.

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      • Nessuno degli alimenti sopra citati provoca malattie in modo istantaneo e diretto. Ma sul lungo termine le differenze tra chi assume PRINCIPALMENTE (e risottolineo PRINCIPALMENTE) proteine animali e chi invece le riduce al minimo sono evidenti. Sul latte sono stati pubblicati di recente i risultati delle ricerche condotte dall’Università di Harvard. Basta documentarsi e poi ognuno è libero di scegliere di per sé. Quando ingeriamo una quantità eccessiva di calorie sotto forma di proteine, grassi e zuccheri, queste vengono convertite in molecole di trigliceridi e accumulate nel tessuto adiposo come depositi di riserva. È proprio qui, nel grasso corporeo, che più facilmente si accumulano le sostanze dannose presenti nell’ambiente. Ecco perché esiste una correlazione tra diete ricche di grassi saturi (provenienti da fonti animali) e alcuni tumori. 
        Io stessa faccio fatica a diminuire o addirittura togliere certe cose dalla mia alimentazione ma voglio provarci. Libera di scegliere. Un abbraccio

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      • Premesso che la mia conoscenza dell’inglese non è particolarmente sviluppata, ho provato a leggere i link laciati da OminoUovo ma non mi paiono molto seri: non sono studi, ma riuassunti di studi, citati senza fonti e, soprattutto, senza numeri!!!
        Se poi il problema è dato dagli ormoni estrogeni e non dalle proteine in sè, basta consumare alimenti prodotti senza medoti intensivi (va bè, non dico che sia facile, però teoricamemte basterebbe, no?).
        Ho interpretato bene il senso degli scritti?

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  3. Sì, anche io sono per una sana via di mezzo, sopratutto ora che ho il bimbo e cerco di coniugare la sua alimentazione alla nostra. Sono sopratutto d’accordo sul mangiare meno carne ma di qualità, problema che davvero mi sono posta solamente con l’arrivo di P. Sono capace di macinare km per andare a trovare la carne buona (ma cara!). Sopratutto guardo con diffidenza anche il pollo, visto come li trattano 😦 non che manzo e vitelli siano da meno…ma secondo me basta essere attenti alla provenienza e consumarne moderatamente. Ultimamente mi hanno consigliato questo libro, che forse conoscerai… http://www.thechinastudy.it/ The Cina Study, che fa anche un analisi approfondita sulla correlazione tra cibo e malattie, anche se non vorrei entrare a far parte di quella schiera di persone (tra cui molti conoscenti…) ossessionata da questi argomenti e che ti fulminano se una volta tanto, a una festa, ti bevi un goccio di Coca Cola, mangi pane di grano non germogliato o altro….insomma, sono sempre attenta ma non voglio finire come persone che conosco che vivono con l’ossessione! La via di mezzo la trovo sempre la cosa più giusta! comunque bel post!

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  4. Bel post, molto ragionevole.
    Devo ammettere che noi siamo consumatori scarsi di carne rossa, bianca praticamente non ne mangiamo, forse una o due volte al mese, sotto forma di prosciutto di tacchino (io) o pollo arrosto (l’Alpmarito).
    In compenso, consumiamo insaccati e derivati : prosciutto crudo, speck, coppa e salami di patate e barbabietola. Così aggiungiamo sale, che non fa bene, lo sappiamo.
    Inoltre, siamo grossi consumatori di formaggi (non di latte), quindi sale anche in questo caso, oltre al resto.
    Il problema è che, mangiando formaggio e speck o simili e pasta/riso/polenta una volta al giorno (e poi, ovvio, frutta e verdura, che non mancano mai, anche se non arriviamo alle cinque porzioni al giorno consigliate – almeno non come frequenza), riusciamo a sentirci bene, mentre se aumentiamo il consumo di pasta e pane o simili e diminuiamo latticini e insaccati, no.
    Come in tutto, comunque, credo che molto sia un problema di qualità e giusta misura.
    Permettimi anche un’osservazione che non piacerà ai più e che è volutamente provocatoria: a volte ascolto alcuni servizi tg e mi chiedo che senso abbia pensare alla sostenibilità ambientale e a scegliere colture diverse per produrre più quantità di cibo, quando molta della frutta e verdira che produciamo in Italia va letteralmente buttata o lasciata marcire per ragioni economiche, politiche o economico – politiche!

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  5. Anche io credo che la cosa migliore da fare sia mangiare in modo vario e di qualità. Io compra la frutta e la verdura al mercato e il resto al supermercato bio. Risparmio sulle altre cose ma sul cibo davvero no. Cerco di cucinare poca carne, al massimo due volte la settimana. M’invento mille ricette per proporre le verdure, tanti cereali, legumi e ovviamente frutta a volontà. Quando siamo fuori casa però ci piace bere e mangiare di tutto. Il latte lo abbiamo eliminato perché non piace a nessuno di noi tre e io poi se ne bevo un po’ devo scappare in bagno. Però adoro i formaggi soprattutto stagionati e poi da umbra ogni tanto della buona norcineria non me la faccio mancare.

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